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Gli Arazzi del Principe
"Oggi chi entra in quel Palazzo, che per antonomasia si dice del principe, non vede che lunghissime fughe di androni, di sale, di salotti, deserti, anneriti, ridotti all’estremo squallore. Le volte avvallate, muffite, le imposte sconnesse e scardinate, affumicate le pareti, coperto di larga polvere il pavimento, cangiate in fienili le sale, in orti gli stanzoni, i salotti principeschi in nidi di pipistrelli e di gufi. Chi v’entra sente, direi, un sacro orrore, una specie di paura, e forse poche cose sanno meglio di quel luogo parlare al cuore umano, dell’inane potenza dei grandi, del dominio della morte e della infinita vanità delle mondane cose."
Intorno al 1890 mons. Salvatore Bella descriveva in questi termini il palazzo di Luigi Riggio Branciforte principe di Campofiorito ma anche di Aci SS. Antonio e Filippo, di Catena nonché duca, marchese, barone di altri feudi che alla famiglia Riggio facevano capo. Una descrizione che mostrava crudamente il degrado culminato, a seguito del terremoto del 1818, nel crollo della parte orientale dell’edificio ... (da: Agorà, 35, 2011)