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La chiesa di Santa Lucia e la famiglia Catalano
Dall’altra parte du vadduni, la chiesa di Santa Lucia svetta ancora su un paesaggio ormai composto solo da un’intricata selva di amorfe case e palazzine. Accerchiata, ma non sopraffatta, segna tuttora il “suo territorio”. Certo il torrente, almeno otticamente, è stato cancellato e non disegna più il confine, ma la sua presenza, quando la pioggia tumultuante lo riempie, ritorna concreta alle sensibilità dei vecchi suscitando in loro antiche paure.
Il podio gradinato solleva la chiesa dal fiume di macchine e dai moderni frastuoni e i poderosi gradini di nera pietra lavica sembrano quasi condurre in una dimensione al di fuori del tempo. Il vecchio portale seicentesco anch’esso di pietra lavica ma stavolta finemente ricamato di minuti ghirigori, di artistiche volute, di angeli, di mascheroni antropomorfi, di colonne, emerge prepotente dalle architetture ottocentesche di bianca pietra e di stile quieto e geometricamente ordinato mentre in alto la loggetta del campanile fa sentire puntualmente la melodiosa voce delle sue campane a tutta la città. (da: La festa del 13 dicembre 2014)