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2 Marzo 1917
Mentre si sta a giocare a sette e mezzo, la sera, prima di andare a dormire, sentiamo un rotolio come di ferramenta nell'aria: subito dopo, uno schianto che ci fa sobbalzare e ci sbianca in viso. È una granata di grosso calibro esplosa certo non lontana. Grido subito agli altri, più nuovi, tutti, di me a simili scherzi: "Non muovetevi: adesso arriveranno le altre!" Si attende nell'ansia più acuta; ma non arrivano ...
Allora si va fuori, per sentir notizie. È stato un 152 esploso dietro l'abside della nostra Chiesetta, a non più di 100 metri dalla nostra abitazione: ha prodotto una larga e fonda escavazione e null'altro, fortunatamente.
Si torna a casa per dormire. Ma come si può dormir tranquilli, avendo oramai la certezza che da un momento all'altro si può esser colpiti e frantumati? ...
Dal giorno 2 Marzo, infatti, Bagliano cambia assolutamente fisionomia: tutti i giorni scoppiano degli shrapnels in giro: nel dopopranzo c'è sempre il passaggio di tre o quattro proiettili di medio calibro che, fortunatamente per noi, vanno ad esplodere a Pieris, paesetto ad un chilometro indietro. Con la luna, cominciano le nottate allegre per gli aeroplani, che non ci danno tregua. Bisogna alzarsi due, tre e perfino quattro volte per notte. Siamo alla "belle étoile": nessun ricovero, anche i bossoli delle nostre artiglierie possono mandarci all'altro mondo. È una vita impossibile quella che si mena; i reggimenti, che vengono dalle prime linee in riposo, dicono concordemente che si sta meglio in trincea.
I disagi d'altra parte annientano: si soffre la sete per mancanza assoluta di acqua. Agata mia, perdonami se non ti ho detto niente di tutto questo. Dovevo farti impazzire? ... Ed ho il cuore così gonfio ...