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20 Luglio-20 Ottobre 1917
Quello che ho vissuto in questi tre mesi è addirittura zingaresco. Ho abitato Palmanova, Versa, Modea, Gradisca, S. Giorgio, Milano; ho trasportato oltre i feriti, pasta, zucchero, formaggio, caffé, effetti di vestiario; ho fatto servizio di prima linea sul Faiti e di retrovia a Palmanova; sono stato con la macchina in un fosso, poi trainato fino a S. Giorgio, poi a Milano all'Isotta-Fraschini. Il 1° settembre ho corso il rischio di rimanere accoppato da una bomba di aeroplano mentre fuggivo in bicicletta da S. Giorgio, per mettermi al riparo ... Il 25 settembre mi è stata negata una licenza-premio avuta da un Comando di Divisione. Il 28 mi vedo capitar il povero Nino (46) aspirante di fanteria al 267° reggimento ...
(da un appunto del 1954)
" ... La permanenza di Nino nel Genio Ferrovieri era stata di breve durata. Il che non gli impedì di andare a finire in zona di guerra. Presto un decreto-legge fece obbligo ai militari di denunziare i propri titoli di studio, in conseguenza di che egli fu avviato alla Scuola Militare di Modena dove, seguitò un rapido corso di addestramento, gli fu dato il grado di Aspirante Ufficiale e venne assegnato al 267° Reggimento Fanteria, in linea sul Carso a Castagnavizza.
Prima di raggiungere la linea venne a trovarmi a S. Giorgio di Nogaro.
Era il 28 settembre del 1917.
Il morale delle truppe non era alto ... si era già alle soglie della catastrofe di Caporetto e l'aria cupa e greve di quella fine di autunno ci opprimeva nell'anima. Nino era sereno, ma pensoso; pensoso non di sé: sapeva di andare al fronte e in settori dei più duri, ma sapeva di non andarci da solo: Dio era con lui. Era pensoso per quelli cui aveva detto addio laggiù, nella lontana Sicilia ...
Ci separammo: io fremevo nell'intimo, egli sorrideva triste ... Ed era sereno ... "