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La storia di Piano d'Api: anticipazioni di una ricerca in corso
Dopo le ricerche storiche sulla Chiesa del Salvatore, su Santa Maria degli Ammalati, sulla Villa Belvedere di Acireale è ormai prossimo il compimento di un mio lavoro su Piano d’Api.
Il nome del paese di Piano d’Api fa pensare immediatamente a un luogo in cui gli industriosi insetti trovano il loro habitat ideale: tutt’altro! Le api non c’entrano niente, c’entra invece la famiglia Tropea soprannominata Lapa per l’industriosità dei suoi membri che nella seconda metà dell’Ottocento possedeva e diede il nome, appunto di Piano di Lapa (in dialetto "chianu Lapa") a quella zona pianeggiante che oggi è il centro del paese. Agli inizi del ‘900, Piano di Lapa per accomodamento linguistico assume l'attuale denominazione di Piano d’Api.
Il paese comincia a sorgere verso la metà dell’800 e storicamente trova la sua consacrazione urbanistica nel 1871, quando è citato nel secondo Censimento del Regno d’Italia col nome della contrada Malovrio. Una denominazione questa ancora d'ignoto significato che la contrada assunse sin dai primi anni del Seicento.
Malovrio era situata in una importante direttrice di attraversamento del bosco di Aci. Una contrada, quindi, immersa nel bosco dove "imboscate" da parte di ladri e malviventi alla "macchia" (termini che in questo caso trovano pienezza espressiva) sono consuete, portando talvolta anche a episodi particolarmente cruenti. Pur essendo un posto pericoloso, fu tuttavia uno snodo importante di comunicazione per i quattro venti (punti cardinali) e, al contempo, una direttrice di rilievo di sviluppo agricolo dentro l’area occupata dal Bosco d’Aci. Un'area di penetrazione agricola che a partire del XVII secolo mostra un notevole dinamismo economico sull'onda lunga delle concessioni, di appezzamenti di terreno in enfiteusi da parte della Secrezia di Aci, dove si potevano piantare viti e alberi da frutto, ma anche per l'assegnazione temporanea di servate e clausure per la coltivazione di lino, canapa ed erbacee stagionali.
Nell’Ottocento lo sviluppo economico di Malovrio è legato all’espansione della viticultura e alla commercializ-zazione del vino: ciò comporta l’aumento della popolazione e la nascita di una comunità organizzata attorno al campanile della Chiesa di S. Maria della Misericordia, sorta grazie alle due famiglie più importanti: Strano e appunto i Tropea Lapa.
Nel ‘900, quasi per cerchi concentrici, il territorio di Piano d’Api si espande, mentre il vigneto lascia il posto ai limoneti. Dal secondo dopoguerra sino ai giorni nostri Piano d’Api è un paese in continua espansione edilizia e demografica (quasi tre mila abitanti).
La ricchezza della documentazione archivistica e i contributi della memoria storica delle persone del luogo hanno permesso di ottenere un lavoro storico variegato, articolato e di grande interesse, che mostra in particolare la vivacità economico-sociale di questa piccola comunità acese.
Cogliamo l'occasione di questa breve anticipazione per invitare tutti coloro che possono fornire materiale utile a ricostruire le vicende storiche dei luoghi e delle famiglie (foto, documenti, atti notarili, indicazioni, ecc.) a contattarci direttamente (tel. 3409413798, o E-mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ).
Se dati, documenti e vari materiali, anche grazie a non lievi ricerche archivistiche, si sono potuti ritrovare, non altrettanto è sino ad ora accaduto per eventuali sponsor (sono forse "una specie in estinzione"?) indispensabili per consentire la pubblicazione della ricerca! Siamo, comunque, in fiduciosa attesa!
Salvatore Licciardello