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Oggi s'inaugura ad Acireale il più bel Carnevale di Sicilia
Sotto l'insegna del buon Ciclope ritorna domani Carnevale. Fu l'anno scorso che vedemmo per la prima volta annunciar la settimana grassa dalla faccia arguta e ridente del gigante monocolo, con il cono impennacchiato di buffone sul cocuzzolo, e mostrare sorridente il canino superstite nella bocca di mangiacristiani ormai sazio.
E' di casa ad Acireale il buon Ciclope: dal monte alla riviera fragrante tutto ci parla di lui, dalla leggenda che ci narra tante cose belle e gentili, ai luoghi con l quali la leggenda si identifica.
Ci dicono i libri antichi che il buon Polifemo vivesse fra i boschi che coprivano tutta la contrada, pastore di greggi ave i montoni erano grandi e grossi e vellosi.
Parlano gli antichi poeti e i moderni degli eroi gentili della leggenda e di Aci pastorello svenevole che sapeva cantar tanto bene e meglio ancora suonare lo zufolo di canna, al quale pastore furono dedicati una bella città e tanti paesini minori, e parlano di Galatea che infiammò delle sue vicende musici, pittori e poeti.
Ma del buon Polifemo infelice nessuno si è mai occupato se non per dirne male o per irridere al suo amore sfortunato. Lasciate, dunque, che il gigante monocolo, che sapeva apprezzare le cose buone e l ' amore, sia l'insegna della festa della baldoria; invidiategli l'appetito robusto e la sete che l'aspro e forte vino etneo non riusciva a placare; invidiategli le furie di amore che lo spingevano fuor del regno suo a sconfinare nel seminato ove approdavano le ninfe, bianche e morbide, roride d'acqua marina e vogliose di baci; lasciate al Carnevale, a quest'antico mangiatore, bevitore e amatore monocolo, perché dia egli il tono e l'ardore alle giornate grasse e liete, alle giornate in cui è lecito anche ai più saggi assaporare un piatto piccante, bere una coppa di buon vino, carezzare una ninfa asciutta e snella del tempo nostro; dedichiamo le liete giornate di Carnevale a questo saggio, conoscitore della vita e della sua brevità, questo Ciclope che non fu cattivo né perverso ma che sapeva usare la sua mole e la sua forza, questo re della contrada nostra, alto, grande e vigoroso, che viene a dare l'insegna e il tono al nostro Carnevale.
Quest'anno, Polifemo non avrà in testa il cono impennacchiato del buffone, appunto perché la festa grassa è cresciuta di fama e d'importanza, e ogni anno sempre più crescerà. Il Ciclope ha assunto aspetto classico di maschera seria e dignitosa con tanto di barba ben curata, con caratteristiche ben decise, un volto dalle linee marcate, una bocca volitiva, un bel naso robusto, una maschera seria e dignitosa quale si addice al Carnevale acese che è poi, per chi l'avesse dimenticato, il più bel Carnevale di Sicilia.
Una maschera di classico eroe mitologico e una stella filante di rosso color sangue per scrivere le parole e le frasi con l e sue volute e i suoi ghirigori, u n colore rosso contro la iettatura e il malocchio, un bel rosso vivo che sembra un grido di gioia, una sfida al malumore, un irrompente squillo di giovinezza, perché così come Polifemo è stato e sarà sempre vivo nella leggenda e nel suo mito, Carnevale ogni anno risorgerà appena si annuncia primavera.
Questa è l'insegna del più bel Carnevale di Sicilia, e più bella certo non si poteva trovare nella città dove il buon Ciclope ha finalmente trovato amici sinceri e cuori leali .
(da: La Sicilia, 1 Febbraio 1951 )