Metti "mi piace" e condividi la pagina di storiofiliAci su FB per essere informato sui nuovi articoli di tuo interesse.



Alberi, presepi e storie antiche
Gran concorso di visitatori ha avuto la chiesa della «Grotta» con il suo prezioso presepio. I pastori, di grandezza naturale, sono di così squisita fattura, che è sempre cosa gradita ammirarli.
Il senso di stupore e di ammirazione è espresso con arte perfetta nei volti di cera che hanno parvenza animata.
La fondazione della chiesa rimonta a circa due secoli addietro.
Era una volta spelonca malfamata e il sacerdote don Mariano Valerio che un giorno dell'anno 1741 fu costretto a cercarvi ricovero per la violenza della tempesta che imperversava, pensò di trasformarla in grotta che somigliasse a quella di Betlemme.
Dopo faticosi lavori l'antro fu trasformato in chiesa, conservando l'aspetto aspro e scuro di una grotta, e la consacrazione di essa avvenne proprio il 24 dicembre 1752, con grande pompa.
Non c'erano in quell'epoca i pastori tanto ammirati, perchè essi furono costruiti intorno al 1800 da Mariano Cormaci, artigiano acese, per incarico di don Pasquale Abate Pennisi che comprò pure le preziose vesti dei Re Magi.
Il Cormaci curò fino al 1812 la costruzione del presepio dietro compenso annuo di onze due e tarì 15.
Don Ignazio Mangani intorno al 1830 arricchì il presepio di altri personaggi e di stoffe di pregio, facendo costruire le teste dal celebrato artista romano Santi Gagliani.
Altro acese che curò la preparazione del presepio fu Santi Reitano, valoroso cesellatore di argento, al quale successe Rosario Calì da S. Venerina.
Dopo che certo Michele Patamia, che per alcuni anni fu padrone della chiesa, alienò molti pastori e stoffe e ridusse la chiesa in miserevoli condizioni, tanto che nel 1899 mons. Genuardi la chiuse al culto, fu il nostro concittadino Giovanni Strano, caratteristica figura che tanti ricordiamo, che rifece le poche teste che poterono riaversi guaste ed avariate dal Patarnia, ne fabbricò altre 18 e poté dotare la chiesa di circa 50 pastori.
La riapertura del tempio avvenne con solennità nel dicembre del 1900.
Ora non c'è pericolo che alcuno venda o deturpi i preziosi pastori che Salvatore Leone cura con affetto e cautela e la «Grotta» si riapre ogni anno alla devozione degli acesi, i quali la sera del Capo d'Anno, dopo aver fatto la visita di rito al loro vecchio presepio, potranno ammirare in piazza Duomo la girandola che un gruppo di dopolavoristi prepara per salutare l'anno nuovo.
(da: il Popolo di Sicilia, 31 Dicembre 1932)