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Vite, zolfo e un prete innovatore nella Sicilia borbonica: Diego Costarelli (Acireale, 1854)
"Il periodo tra il 1815 e il 1860 segnò In Europa una vera esplosione dell'interesse del ceto notabile agrario per la modernizzazione dell'agricoltura". E il suo impatto fu "particolarmente significativo nelle periferie d'Europa, cioè nelle aree che dal punto di vista politico, sociale ed economico si cominciavano a trovare, rispetto ai centri dell'economia mondiale, in una situazione di arretratezza". Laddove "la classe dei proprietari terrieri non solo era particolarmente numerosa ma era anche l'unica a disporre del capitale economico, politico e culturale necessario per formulare un'ipotesi modernizzatrice; era l'unica forse che aveva da guadagnare dal mantenimento dello status quo, ma anche quella che aveva piu da perdere nel caso che l'iniziativa di una qualche modernizzazione venisse da altri settori, democratici o rivoluzionari". (da: Accademia di Scienze Lettere e Belle Arti degli Zelanti e dei Dafnici Acireale, Memorie e Rendiconti, serie IV, vol X, 2000).